La terribilite è un nome bizzarro con il quale Rafael Santandreu descrive in poche parole quella strana abitudine che molti hanno di classificare ogni evento imprevisto come 'terribile'; nel suo libro L'arte di non amareggiarsi la vita.
Una ‘sindrome’, la terribilità, da cui molti sono affetti. (Me compresa)
La terribilite è quella strana tendenza ad essere catastrofisti, a pensare che ogni dannata cosa che ci accade sia tremenda, e se non lo è probabilmente è solo perché lo diventerà in futuro.
È come avere paura di vivere.
Anzi, è avere paura di vivere, di non essere pronti, di non avere controllo.
Di te stesso, degli amici, degli imprevisti, dell’amore.
Da che ho memoria ho sempre odiato gli imprevisti.
Ma odiati davvero.
“Oggi vado a correre”- poi inizia a piovere- “che vita di merda, una volta che mi decido a fare sport diluvia. Lo vedi che ho ragione? Non ha senso correre. Certo poi cosa mai posso farci? Diventerò grassa, mangio sempre troppo. Ma chi mai vorrà stare con me che sono una lagna assurda e mi abbuffo e poi mi incazzo perché ingrasso? Nessuno.”
A titolo informativo, non ho mai preso più di un chilo, non sono grassa e in un modo o nell’altro qualche relazione l’ho avuta.
Poi capita che piova, no?
Ma niente, io penso che ogni cosa che mi succede sia una tragedia greca.
Sono una persona melodrammatica.
O forse mi hanno sempre e solo descritta cosi. Talmente tante volte che ho iniziato a recitare la mia parte, da brava attrice.
Solo che mi fa male lo stomaco, da anni.
E ora lo so perché.
Perché se passi la vita a far si che siano gli altri a dirti chi sei, non avrai mai tempo di essere te stesso e ti sentirai soffocare, morire lentamente.
Un po’ come innaffiare una pianta con il diserbante e poi sorprendersi perché muore.
Con la terribilite ci si può convivere. È un meccanismo mentale, un processo di pensiero errato.
E bada bene, è il pensiero che è errato. Non tu.
Lo scrivo qui anche per poterlo ricordare a me stessa: i pensieri possono essere un’iniezione di veleno e possono farci entrare in un circolo vizioso di infelicità. Ma si può imparare a resettare la modalità di pensiero, si può apprendere come districare i pensieri catastrofisti ed imparare ad essere realisti.
Solo, respira.
È solo una brutta giornata,
non una brutta vita.
"L'arte di non amareggiarsi la vita" che ho letto l'ho presolibraccio e si può leggere scaricando gratis la loro app.
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