La pandemia c’è ancora, i giorni passano ma sono meno grigi, i campi si riempiono di margherite e la gente sorride di più.
(Io anche.)
È stato concesso di riunirsi agli “affetti stabili” ma per me che sono sola in una città dove non ho parenti, gli affetti stabili sono ancora troppo lontani.
In realtà adesso finalmente si possono rivedere anche gli amici, ma agli affetti stabili ho pensato davvero tanto in queste due settimane.
Ho pensato che come affetto stabile ho il cielo, e le montagne che vedo dalla finestra.
E che, finalmente, ho me stessa.
Penso, adesso che il peggio sembra passato, che l’unico affetto stabile con cui abbiamo difficolta a legare siamo noi stessi.
Passiamo con noi stessi tutta la vita e spesso non facciamo altro che darci addosso, vivere nella paura di restare soli e nell’ansia di non essere mai abbastanza.
Ho sempre trovato faticoso amarmi, ed ho
sempre aspettato che fossero gli altri a dirmi che me lo meritavo, a stabilire le regole.
Durante questa quarantena ho dovuto affrontare le paure che mi porto dietro da anni, da sola.
Ho avuto paura, paura di perdermi di nuovo nel vuoto e dimenticarmi tutti i progressi che avevo fatto. Ho avuto paura di non farcela.
E mentre facevo ordine dentro me stessa (e nei cassetti); ho trovato l’anello che mi ha regalato mia zia anni fa, mentre in gioielleria parlavamo di quanto l’amore fosse cambiato negli anni, tra le persone. Di come si fosse perso il romanticismo.
Le dicevo che il mio sogno era ricevere un anello, una dimostrazione tangibile che la persona che mi era a fianco volesse stare con me per tutta la vita (o almeno una sua buona parte).
Ero triste perché avevo 23 anni, credevo nell’amore delle favole e ancora il principe non era arrivato. (Forse aveva preso Trenitalia?)
Lei me lo regalò dicendomi che non era necessario ci fosse un uomo per avere un anello. Io ho sorriso, l’ho indossato, ma mi pesava sul dito. E l’ho tolto. L’ho riposto nel portagioie e non l’ho mai rimesso….fino ad ora.
Ora mi sono regalata la cosa più bella, l’amore.
Mi sono messa l’anello ed ho promesso a me stessa che ci sarei stata, che mi sarei amata, che mi sarei accettata.
È proprio vero, non serve un uomo, per avere un anello.
Basti tu.
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